27 aprile 2022

Chiedimi Cos'è? con Patrizia Giangualano

Patrizia Giangualano risponde alla rubrica Chiedimi Cos'è? sul tema dell'empowerment femminile e del ruolo delle donne nei CdA

Cos’e per lei l’empowerment femminile?

A fine 2021 il 41% degli incarichi di amministrazione nelle società quotate è ricoperto da una donna, dato che rappresenta il massimo storico osservato sul mercato italiano. Tale circostanza riflette l’applicazione delle norme volte a riservare una quota dell’organo sociale al genere meno rappresentato. Con la Legge n. 160/2019 tale quota (da applicarsi ai sei rinnovi a partire dal 2020) è da applicarsi nella misura dei due quinti dell’organo, più elevata rispetto a quella di un terzo prevista dalla Legge Golfo-Mosca (Legge n. 120/2011, applicabile ai tre rinnovi successivi all’agosto 2012). L’importanza della diversità dei punti di vista e delle competenze come chiave per migliorare la qualità delle decisioni del consiglio è stata sostenuta  già nel  2011 nel Libro verde della Commissione Europea. In questa direzione si sono susseguiti numerosi interventi (Action Plan, 2012 sulla Corporate governance;  direttiva 2014/95/UE sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità) recepiti anche dal nostro ordinamento nazionale in particolare nel decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254.

L’empowerment femminile è un processo di crescita e di rafforzamento volto ad aumentare il senso di fiducia delle donne nelle proprie capacità. Io credo che le donne debbano solo riuscire a focalizzare le loro energie sulle vere priorità. Si tratta di definire e raggiungere i propri obiettivi personali e professionali in un senso sempre più ampio e trasversale con l’obiettivo di far emergere le risorse necessarie utili per appropriarsi consapevolmente del proprio potenziale e raggiungere la voluta realizzazione, in una logica di condivisione, cooperazione e inclusione, come solo le donne sanno fare

Come si esplicita questo concetto all’interno di un CdA?

La nuova regolamentazione adottata dalla maggior parte delle società quotate in borsa ha portato ad avere 131 società, nel cui organo amministrativo siedono in media 4 donne che rappresentano quasi il 44% del board. Le nuove regole sull’informazione non finanziaria invitano infatti le società quotate a dar conto, nella relazione di governance, delle politiche di diversificazione, quali l’età e il genere, seguite nella composizione degli organi di governo, gestione e controllo, e di illustrare i percorsi formativi e professionali dei componenti degli organi amministrativi. La presenza sempre più importante delle donne nei CdA, che certamente è da attribuire alla normativa, ha permesso di introdurre nuove  competenze distintive che si sono poi dimostrate la chiave per migliorare la qualità delle decisioni, garantire efficacia ed efficienza dei processi, in un quadro di continua misurazione e controllo. Un percorso orientato alla creazione del valore nel lungo periodo e al “successo sostenibile” tema sempre più presidiato dal board sia in termini di indirizzo strategico che di controllo.

Qual è la nuova sfida delle donne nei board?

Oggi che il dialogo è aperto, consolidato e le diversità sono considerate un valore, la vera sfida sarà quella di riuscire a promuovere effetti a cascata sull’organizzazione, reinterpretando il senso della legge oltre alla sua rilevanza nei soli CdA. La board diversity è una premessa necessaria al miglior funzionamento dell’organizzazione nel suo complesso. Se cambia solo la composizione numerica del board e non si amplia il dibattito all’interno dell’organizzazione, vuol dire che nulla è di fatto cambiato. Orientare il dibattito pubblico e scientifico su queste questioni significa sviluppare una nuova cultura dell’inclusione e della parità tenendo conto anche degli aspetti salariali e dei nuovi ruoli e responsabilità nella società civile e valorizzare anche lo spirito della legge. Nessuno deve dimenticare l’ampio supporto di un movimento femminile che nel promuovere le leggi sulla parità di genere aveva a cuore una nuova visione della società a beneficio di tutti i lavoratori e le lavoratrici, sia nel contesto aziendale che in quello privato.   

Patrizia Giangualano è una docente di 24ORE Business School e Coordinatrice scientifica nell'Executive Master Consiglieri di CDA e Sindaci di Società Pubbliche e Private. E' intervenuta inoltre come relatrice in un ciclo di Open Lesson dedicate all'Empowerment femminile.



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