Comunicazione artificiale. In che modo gli algoritmi producono intelligenza sociale?

Rispondono alle nostre domande, fanno conversazione, compongono musica, leggono libri e scrivono testi più o meno interessanti, appropriati e – se occorre – anche divertenti. Nel frattempo generano informazioni in modo rapidissimo e preciso, stanno imparando a guidare le macchine in maniera più sicura e affidabile degli autisti professionisti e ce la mettono tutta per predire il futuro. 

Di chi stiamo parlando? 

Degli algoritmi, naturalmente. Grazie ad essi, le macchine stanno migliorando così tanto nel fare così tante cose da metterci a disagio, tanto da farci venire alcune domande poco rassicuranti in mente.

Come può un dispositivo sapere cosa dovremmo scrivere in un’email? 

Le macchine sono diventate troppo intelligenti?

Secondo Elena Esposito - Professoressa, Università di Bologna e Università di Bielefeld, e Autrice tra le altre opere di Comunicazione artificiale (Bocconi University Press, 2022) - tracciare questa sorta di analogia tra algoritmi e intelligenza umana è fuorviante.

In effetti, se le macchine contribuiscono all'intelligenza sociale non è perché hanno imparato a pensare come noi, ma perché hanno imparato a partecipare alla comunicazione. 

Dobbiamo quindi pensare alle macchine "intelligenti" non in termini di intelligenza artificiale ma in termini di comunicazione artificiale. E per fare questo abbiamo bisogno di un concetto di comunicazione che sappia prendere in considerazione la possibilità che il partner con cui interagiamo non sia necessariamente un essere umano ma un algoritmo non casuale ma completamente controllato, anche se non dai processi della mente umana.

Nell’ultimo confronto di AI Revolution moderato da Alberto Maestri, saranno affrontati questi e altri temi di discussione fondamentali per comprendere meglio il ruolo e l’uso degli algoritmi nei diversi ambiti della vita sociale.

La partecipazione al Webinar è gratuita, previa registrazione.

Ti aspettiamo in Live Streaming!