11 dicembre 2024

Comunicazione artificiale: Elena Esposito spiega come gli algoritmi creano intelligenza sociale

Gli algoritmi non imitano l'intelligenza umana, ma rivoluzionano la comunicazione sociale: scopri come creano nuovi mondi di interazione.

Gli algoritmi sono protagonisti della nostra vita quotidiana. Rispondono alle nostre domande, compongono musica, scrivono testi, e perfino predicono il futuro. Questi sistemi sono capaci di generare informazioni con velocità e precisione straordinarie, e stanno già migliorando il modo in cui guidano le auto, con risultati che sfidano la capacità degli esseri umani. Insomma, sono ovunque e sembrano sempre più intelligenti.

Ma sono davvero intelligenti? La domanda su come le macchine stiano influenzando il nostro futuro è diventata centrale. Ci ruberanno il lavoro? Dove ci porterà l'intelligenza artificiale (AI)? E, soprattutto, possono gli algoritmi davvero "pensare"?

L'intelligenza sociale degli algoritmi

Secondo Elena Esposito, professoressa alle Università di Bologna e Bielefeld, e autrice di Comunicazione artificiale (Bocconi University Press, 2022), paragonare gli algoritmi all'intelligenza umana è fuorviante. Gli sviluppatori di AI non cercano di imitare il nostro pensiero, ma di progettare macchine che funzionano in modo differente da noi. La vera forza degli algoritmi sta nella loro capacità di partecipare alla comunicazione, non di pensare come noi.

Il ruolo degli algoritmi nella comunicazione sociale

Esposito descrive gli algoritmi come “partner di comunicazione artificiali”: strumenti che, pur non essendo pensanti, contribuiscono al flusso di informazioni sociale. La comunicazione non è solo un trasferimento di idee, ma un processo dinamico che stimola la produzione di nuove informazioni. In altre parole, l’intelligenza sociale non aumenta grazie all’intelligenza delle macchine, ma attraverso il loro impatto sulla comunicazione umana.

L'intelligenza non è solo nel pensiero umano

Per comprendere meglio, possiamo fare riferimento al sociologo Niklas Luhmann, che ha teorizzato che la comunicazione non è un semplice scambio di pensieri, ma un processo in cui le informazioni prodotte da un partecipante vengono rielaborate e utilizzate da un altro. In questo contesto, anche le macchine, con i loro algoritmi, hanno un ruolo fondamentale nel generare nuovi stimoli e informazioni.

Esposito ci invita a pensare alla comunicazione artificiale come una risorsa che alimenta l’intelligenza sociale. Le macchine non devono necessariamente pensare come gli esseri umani, ma devono essere in grado di interagire e produrre contenuti utili.

Comunicazione artificiale e il futuro dell'intelligenza

Il concetto di comunicazione artificiale ci aiuta a vedere gli algoritmi non come semplici strumenti che imitano, ma come attori che partecipano attivamente al dialogo sociale. E, con l'avanzamento dell'AI generativa, che produce contenuti mai sviluppati prima, possiamo solo immaginare le nuove forme di comunicazione che potrebbero emergere.

Elena Esposito conclude con una riflessione che ci invita a guardare oltre ciò che sembra perduto con l’introduzione delle tecnologie: “Noi vediamo solo quello che perdiamo, non quello che si sviluppa in quanto nuovo.”

Questo pensiero riassume perfettamente lo spirito di AI Revolution, il ciclo di incontri organizzato da 24ORE Business School con i leader del pensiero sull'intelligenza artificiale. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e ci hanno accompagnato in questo viaggio.

Alla prossima rivoluzione!


Autore: Alberto Maestri, Managing Partner & Board Member GreatPixel



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