13 gennaio 2025
Le nuove sfide digitali per i manager al centro della partnership strategica tra 4.Manager, Digit’Ed e 24ORE Business School
Si terrà a Milano il 28 gennaio 2025 , alle 14:30 , un incontro esclusivo promosso da tre
...Chiarazzo esplora come la formazione continua sia diventata una necessità fondamentale per restare competitivi in un mercato in rapida evoluzione.
Oggi non funziona più il modello lineare studio-lavoro-pensione. Al suo posto, il modello circolare con studio e lavoro che si incontrano continuamente.
Stiamo vivendo un periodo di profondi cambiamenti, che rimettono continuamente in discussione gli equilibri socioeconomici e, in molti casi, anche il mercato del lavoro. Perdere connessione con il ritmo del cambiamento significa perdere competitività.
La formazione continua, invece, permette quell’agilità necessaria a tutti per cogliere al meglio le opportunità ed affrontare, per tempo, i rischi.
Proprio su questo tema ho avuto il piacere di confrontarmi con Andrea Boscaro, Founder and Partner di The Vortex, e con la top manager e alumna di 24ORE BS Martina Ercoli, EMEA Diversity, Inclusion & Belonging Program Manager di NVIDIA, durante il recente Open Day dedicato agli Executive e Professional Master di 24ORE Business School.
Integrare la formazione continua nei processi di change management permette alle aziende di offrire alle persone i giusti strumenti per contribuire a una progressiva transizione verso nuovi assetti più in linea con i cambiamenti interni ed esterni in atto. Un percorso strategico, se ben strutturato ed integrato nella cultura aziendale, rende la forza lavoro più competente, motivata e coesa. Inoltre, essendo le persone il vero motore di un’azienda, abilita un’evoluzione continuativa a livello organizzativo, professionale e tecnologico, consentendo una crescita sostenibile del Business.
Per i professionisti, invece, adottare la formazione come una buona abitudine continuativa favorisce un circolo virtuoso studio-lavoro, rimanendo rilevanti ed efficaci nel proprio settore. Una crescita di cui, ovviamente, beneficiano anche le società per cui lavorano o con cui collaborano, aprendo così più facilmente a opportunità sempre nuove di crescita personale, professionale ed economica.
Il primo passo per tutti è riconoscere la propria necessità formativa.
Se abbiamo bisogno di espandere le conoscenze o di acquisire nuove competenze legate al campo in cui già lavoriamo, abbiamo bisogno di cercare il giusto percorso di Upskilling che ci aiuti ad aggiungere, allenare o aggiornare skill alla nostra professionalità. Se invece vogliamo o dobbiamo cambiare incarico all’interno della nostra azienda o provare a riposizionarci cercando un lavoro diverso, sia per facilitare il cambiamento che per dare forza al nostro curriculum, potrebbe essere utile un percorso di Reskilling.
Sia per le aziende che per i singoli professionisti è importante riconoscere il valore di tali percorsi di termini di efficacia ed efficienza. Se da un lato c’è un investimento economico e di tempo, dall’altro c’è un vantaggio più che proporzionale dato dai benefici. Per le aziende? Maggior velocità e qualità di acquisizione delle competenze. Per i professionisti? In più, un’esperienza professionalizzante spendibile sul mercato.
Durante l’Open Day, Martina Ercoli ha condiviso la sua esperienza, che ha combinato elementi di upskilling e reskilling
Avevo sempre lavorato in piccole medie imprese dove dovevo fare un po’ di tutto. Mi sono appassionata in particolare alle risorse umane e ho capito che per fare il salto avevo bisogno di ampliare e aggiornare le mie competenze, acquisire capacità di gestione di progetti complessi e ampliare la mia rete di contatti. Il Master mi ha fornito quegli strumenti pratici che l’università non mi aveva fornito e che mi sono portata dietro nella mia nuova fase carriera, avviata proprio grazie a 24ORE Business School.
Aggiornare costantemente le hard skill e le soft skill dei lavoratori non solo migliora la produttività, ma favorisce anche l'innovazione e l'adattabilità alle nuove tecnologie. Da un lato, il mercato guida l’evoluzione delle professionalità e delle relative competenze tecniche, come quelle legate ai dati, ai nuovi media e all’intelligenza artificiale, tutte essenziali nella trasformazione digitale. Queste competenze orizzontali sono richieste a tutti i dipartimenti aziendali e professionisti. Tuttavia, è necessario anche un approfondimento verticale per una formazione tecnica specifica alle diverse specializzazioni.
Diversi studi stanno sottolineando la crescente importanza di allenare le soft skill, ovvero la mentalità e le capacità gestionali, comunicative, relazionali e comportamentali, che fanno la differenza in termini di approccio nel contesto lavorativo. Se nel 2023 LinkedIn Learning ha rilevato come l’88% dei manager ritenga che la formazione delle soft skill sia strategica tanto quella delle competenze tecniche, il World Economic Forum offre da tempo un orientamento con un costante aggiornamento della lista delle più importanti.
Sono competenze trasversali per tutti i professionisti, come il pensiero analitico o creativo, il lifelong learning e l’intelligenza emotiva. Sul fronte gestionale, ce ne sono poi alcune che devono essere esplose con una formazione specifica alle figure manageriali che devono far crescere le proprie doti di leadership e, ad esempio, di comunicazione pubblica.
Affidarsi alla formazione di una business school accreditata, in continuo contatto con le esigenze del mercato e delle aziende, significa entrare a far parte di una rete che rimane e che continua a crescere come patrimonio anche dopo i Master.
Il primo vantaggio è il confronto con gli altri partecipanti, manager e professionisti, che hanno deciso di rimettersi in gioco e che mettono costantemente la loro voglia di migliorarsi a fattor comune.
Il secondo è dato dai docenti, che sono in primis manager e professionisti esperti delle discipline che insegnano e, per questo, orientati a una formazione pratica basata sulla loro esperienza concreta. Docenti con la capacità, da un lato, di rispondere alle sfide di chi ha più familiarità con l’argomento e, dall’altro, di portare avanti anche chi è più indietro, magari perché si sta riposizionando sul mercato. Un apprendimento che nell’interazione tra partecipanti e tra docente e partecipanti diventa bidirezionale, finendo per arricchire tutti.
Andrea Boscaro, infatti, ci racconta:
nelle aule di 24ORE Business School si verifica un incredibile interscambio che permette di imparare insieme. Ogni volta che una studentessa o uno studente fa una domanda particolarmente intelligente, mi rivela un’esperienza o mi segnala uno strumento per me diventa una inesauribile miniera di apprendimento e di miglioramento progressivo
Il terzo vantaggio è legato alle aziende che, con le loro testimonianze, project work e company visit, permettono di entrare in dimensioni ancora diverse da quelle che si vivono quotidianamente. Una rete di relazioni che, sia a livello didattico che di future opportunità di carriera e di partnership, costituiscono un valore tutto da cogliere. Non è raro, infatti, che i talenti “scoperti” nei Master ricevano poi una proposta di collaborazione proprio dagli stessi docenti, testimoni aziendali o da loro contatti professionali. Come è successo all’ex alunna Martina Ercoli:
La docente con cui avevo preparato il project work, dopo alcuni mesi dalla fine del Master, mi ha ricontattata segnalandomi che un suo contatto stava cercando una persona con poca esperienza e appena uscita dal Master. Grazie a questo sono riuscita nell’obiettivo di entrare in una grande azienda occupandomi di risorse umane, poi mi sono poi spostata a Londra e la carriera è proseguita nella direzione che desideravo
Un approccio molto pratico offre un grande valore in termini di allenamento delle hard e delle soft skill, perché dal giorno successivo puoi tornare alle tue attività professionali e accorgerti immediatamente dei tuoi progressi. Secondo Martina Ercoli sono i bravi docenti a fare la differenza:
molto spesso si racconta la complessità delle aziende in cui si lavora. Bisogna essere bravi a spiegare in modo semplice argomenti anche complessi, rendendoli accessibili a tutti. Nel farlo, è importante stimolare un pensiero critico in maniera inclusiva, invitando cioè tutti ad esprimersi anziché limitarsi ad impartire insegnamenti
Il primo punto da tenere a mente è, dunque, aiutare a capire e ad assimilare. A seguire, è fondamentale far mettere in pratica, step by step, ciò che si è imparato, attraverso project work che permettano di simulare situazioni reali in un ambiente sfidante ma protetto (viva gli errori, si impara di più!).
Nell’esperienza di Andrea Boscaro
spesso colpisce l’impegno che profondono le persone nell’organizzarsi per i project work con i propri gruppi di lavoro, a dispetto dei propri impegni professionali e familiari. Però poi diventa la radice più profonda di un momento formativo: hanno creato un’amicizia e si sono sperimentate attraverso Skype, Zoom e Whatsapp notturni
La motivazione e il valore aggiunto è dato dalla prassi di presentare i progetti direttamente all’azienda che ha erogato il brief, offrendo agli studenti la soddisfazione e la ricchezza di un feedback di alto livello.
In un mercato che cambia di continuo, Upskilling, Reskilling e Continous Learning diventano sempre più strategici sia per le aziende, per fare crescere l’organizzazione e il business, che per i professionisti per cogliere nuove opportunità di carriera e di libera professione.
Investire sulla formazione, come fattore abilitativo della propria capacità trasformativa, è una pratica sostenibile essenziale in un mondo del lavoro sempre più complesso. L’attenzione costante di una business school alle dinamiche del mercato e alle esigenze delle aziende permette agli studenti di acquisire competenze pratiche e concrete, immediatamente verificabili dalle aziende in cui lavorano e spendibili per la propria carriera o per il proprio sviluppo professionale.
Stefano Chiarazzo, Managing Director di Pubblico Delirio e docente 24ORE Business School nell’area marketing e comunicazione
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