17 aprile 2025

Storie di successo: dal master a professionista del Public Affairs con Niccolò de Arcayne

Scopri la storia professionale di un ex studente della nostra scuola. Ecco come il master ha influito sul suo iter professionale.

Classe 1989, nato a Lussemburgo, Niccolò de Arcayne è un professionista affermato nel settore delle relazioni istituzionali, con una solida esperienza nei settori healthcare, energia ed economia circolare. Oggi ricopre il ruolo di Associate Director presso Rud Pedersen Public Affairs Italy, parte di una delle principali realtà europee del settore.

Convinto europeista, Niccolò lavora quotidianamente con colleghi provenienti da tutta Europa, contribuendo a costruire un dialogo tra Stati e istituzioni per politiche pubbliche più coerenti e condivise. Ex studente del Profesional Master in Relazioni Istituzionli, Lobbying & Public Affairs di 24ORE Business School, ha vissuto l’esperienza formativa anche nella veste di tutor d’aula, confermando la sua attitudine alla condivisione e alla crescita continua.

In questa intervista ci racconta il suo percorso, la passione per l’Europa e l’ambizione di rafforzare il ruolo dell’Unione come modello di cooperazione internazionale.


Niccolò, di cosa ti occupi oggi e qual è il tuo percorso professionale?

Lavoro come Associate Director nell'ufficio di Roma di Rud Pedersen, una delle principali società di consulenza europee di Public Affairs. Ho iniziato il mio percorso professionale nel 2014 presso il British Consulate General a Milano per poi svolgere un'esperienza di lavoro a Parigi in una ormai ex start-up del mondo dell'e-commerce.

Tornato in Italia ho deciso di affacciarmi, complice la mia tesi di laurea magistrale sull'attività i lobbying nel settore finanziario, al settore della comunicazione e del public affairs. Da lì ho iniziato il mio percorso nel mondo delle relazioni esterne, che ad oggi conta diverse significative esperienze in primarie agenzie di comunicazione e relazioni istituzionali nazionali ed internazionali, nel dipartimento di relazioni esterne e investor relations di una importante società di gestione del rispramio (SGR) italiana e nella funzione di relazioni istituzionali e internazionali di una primaria associazione di categoria.

Raccontaci come il Master conseguito in 24ORE Business School ha contribuito alla tua formazione?

Il Professional Master in Lobbying & Advocacy 4.0 (ribattezzato in seguito Master in Relazioni Istituzionli, Lobbying & Public Affairs) ha rappresentato un momento di grande valore nel mio percorso formativo, offrendomi non solo gli strumenti professionali essenziali per lavorare nel campo delle relazioni istituzionali, ma anche l'opportunità di consolidare competenze fondamentali per esercitare questa affascinante e stimolante professione. È stato un passo decisivo per ampliare la mia cassetta degli attrezzi e per acquisire una visione strategica e concreta del settore.

Qual è stata la forza del Master?

Senza alcun dubbio, la multidisciplinarietà è stata uno degli aspetti più preziosi del master. In un percorso specialistico, non è sempre scontato avere la possibilità di confrontarsi con più punti di vista sullo stesso tema. In questo caso, grazie alla partecipazione di accademici, manager aziendali, figure apicali di istituzioni pubbliche e rappresentanti di rilievo di terze parti, ho avuto l'opportunità di analizzare il contesto delle relazioni istituzionali da diverse angolazioni. Questo approccio mi ha permesso di approfondire concretamente anche il rapporto tra lobbying e advocacy, due attività che, sebbene apparentemente simili, richiedono competenze e strategie differenti.

Perché e a chi consiglieresti questo percorso?

Consiglierei senza alcun dubbio questo percorso a tutti gli studenti neolaureati, desiderosi di intraprendere un percorso professionale duraturo all'interno del settore del public affairs, ma anche a giovani professionisti determinati a dare un impulso di dinamismo alla propria carriera. Personalmente, ho tratto grande beneficio da alcuni moduli del Master, come ad esempio quello del procedimento normativo, grazie al quale ho potuto consolidare la mia conoscenza dei vari strumenti di monitoraggio istituzionale.


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Cos’è per te il successo? Di quali ingredienti si compone dal tuo punto vista?

Per me il successo non è un traguardo fisso, ma un processo continuo. Significa riuscire a vivere in coerenza con i propri valori, lasciando un impatto positivo in ciò che si fa – nel mio caso, contribuendo a dare voce a cause che ritengo giuste e a costruire ponti tra cittadini, istituzioni e interessi collettivi.

Ritieni di aver raggiunto il successo?

Come ho già detto, per me il successo non è un punto d’arrivo, ma una serie di momenti in cui ti rendi conto che stai facendo qualcosa che conta. In questo senso, sì, ho vissuto attimi di successo: progetti riusciti, sfide superate, riconoscimenti ricevuti. Ma continuo a pormi obiettivi nuovi, quindi non mi sento arrivato. E va bene così.

Ci sono degli errori grazie ai quali sei diventato il professionista di oggi?

Sì, e col tempo ho imparato a vederli non come ostacoli ma come tappe di crescita. Ho commesso l’errore, per esempio, di voler fare tutto da solo, soprattutto all’inizio. Quando si fa un mestiere in cui la componente tecnica e quella relazionale si intrecciano visceralmente, oserei dire, è fondamentale fare squadra, condividere visioni, costruire alleanze. Oggi, quell’errore mi ha reso molto più consapevole dell’importanza della collaborazione e del confronto continuo con i miei colleghi.

Nel tuo percorso professionale e umano c’è o c’è stata una persona o un personaggio fonte d’ispirazione? Insomma, chi è il tuo modello di successo?

Dal punto di vista professionale, tutte le figure più anziane con cui ho avuto la possibilità di confrontarmi hanno contribuito, chi in un modo, chi in un altro, a farmi crescere come persona e come professionista. Sarei ipocrita se dicessi che conservo un buon ricordo di tutte, ma in un modo o nell'altro se sono arrivato fin qui è grazie a tutte loro. Il mio modello di successo è senza alcun dubbio mia moglie, che riesce ad essere mamma e al tempo stesso avvocato con determinazione, equilibrio e passione. Il modo in cui affronta le sfide, senza mai perdere di vista ciò che conta davvero, è per me la rappresentazione più autentica del successo.

Condividi con noi il tuo sogno lavorativo?

Mi permetto di rispondere a questa domanda guardandola attraverso la lente dell'obiettivo. Quando ho accettato la sfida di entrare a far parte di Rud Pedersen, l'ho fatto con la consapevolezza di essere un convinto europeista. La mia generazione è stata probabilmente quella che ha maggiormente beneficiato dei vantaggi derivanti dall'appartenenza al sistema UE, e questo mi ha sempre spinto a sentire un forte senso di gratitudine nei confronti dell'Europa e dell'Unione. Oggi, ho la fortuna di lavorare con colleghi provenienti da circa 20 paesi diversi, un'opportunità che mi permette di ampliare i confini della nostra attività all'interno dell'Unione. In un momento storico così complesso, credo fermamente nell'importanza di essere presenti a Bruxelles, dove si prendono le decisioni che influenzano la legislazione degli stati membri. Il mio sogno lavorativo è contribuire a rafforzare il dialogo attivo tra gli Stati, per garantire che le politiche pubbliche siano implementate in modo lineare e allineato, aiutando l'Unione a rimanere un modello di cooperazione e crescita per tutti i suoi membri.


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Autore: Maria Teresa Melodia



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