26 agosto 2024

Silvia Schweiger: promuovere DE&I nel Motorsport. Esperienze e Strategie nel Marketing Sportivo

Scopri come sta evolvendo il settore del Motorsport verso una maggiore inclusività e quali sono le strategie vincenti per il cambiamento.

Silvia Schweiger è Associate Director, Executive Marketing and Commercial in RTR Sports Marketing, società specializzata in Sports Marketing e partner del Professional Master Motorsport Marketing di 24ORE Business School. Con oltre 20 anni di esperienza, Silvia è una figura chiave nel supportare le aziende che desiderano investire in MotoGP, Formula 1 e Formula E, aiutandole a ingaggiare e coinvolgere efficacemente il proprio target di riferimento per raggiungere i propri obiettivi di Marketing e Comunicazione.

In questa intervista, affronteremo il tema di "Diversity, Equity and Inclusion", con un focus particolare sulla presenza femminile in settori tradizionalmente a predominanza maschile come lo sport. Silvia condividerà con noi esperienza e riflessioni su come il mondo del Motorsport stia evolvendo verso una maggiore inclusività e su quali strategie possono essere messe in atto per promuovere la diversità di genere.

Raccontaci brevemente il tuo percorso professionale.

Sono sempre stata appassionata di sport, sia praticato che seguito in tv. Tennis, sci, calcio e Formula 1 sono sempre stati una passione. Lavorare in questo ambito era la mia aspirazione, ma non sapevo come e in che ruolo.

Dopo essermi laureata, non avevo ancora le idee chiare. Mi piaceva il mondo del Marketing e della Comunicazione, volevo approfondire e acquisire maggiori competenze. Mi sono iscritta a un Master Post Laurea a Milano ed è lì che ho scoperto le sponsorizzazioni sportive. Le ore dedicate al tema erano pochissime però ho capito che poteva essere il modo perfetto di coniugare la mia passione per lo sport con il Marketing. A fine Master, ho cercato un’agenzia che si occupasse di Sport Marketing e così ho iniziato un tirocinio presso RTR Sport.

Da stagista ho imparato a fare tutto: dall’Account alla progettazione al new business. All’inizio assistevo il mio responsabile negli incontri con i clienti e sui prospect: tornare in ufficio con un brief e costruire una proposta è sempre stata una delle parti più belle del lavoro. Si tratta di costruire qualcosa di diverso ogni volta, a seconda dell'azienda/marchio/obiettivi/target/budget, abbinare la strategia del marchio al Motorsport. Non ci si annoia mai e si impara tantissimo. Da new business, sono passata a Client Director: ero responsabile delle comunicazioni tra i grandi clienti e l'agenzia.

Ora mi definisco una consulente di Motorsport Marketing; una professionista con esperienza ventennale che supporta le aziende e i marchi a raggiungere i loro obiettivi investendo in modo corretto ed efficace in un programma di sponsorizzazione. Dalla selezione della proprietà/team/pilota giusto, fino alla creazione di attivazioni per sfruttare la partnership. La sponsorizzazione sportiva non è solo un logo appiccicato da qualche parte su un'auto o su una moto; è una piattaforma strategica complessa che deve essere costruita e modellata tenendo conto delle esigenze del marchio.

Che importanza ha avuto la formazione nel tuo percorso di crescita?

La formazione per me è fondamentale. Purtroppo, 25 anni fa, dopo essermi laureata, non c’erano le tante offerte che ci sono oggi. I neolaureati escono dall’Università con tante nozioni, ma poca pratica. Avere dei corsi specifici e pratici che li aiutino a specializzarsi è fondamentale. Capiscono meglio il contenuto e come funziona il mondo del lavoro, e quali ruoli possono essere più indicati per loro.

Come vedi le Diversity & Inclusion nel settore sportivo?

Posso parlare del Motorsport, che è il settore specifico dello sport in cui lavoro. Quando ho iniziato, 23 anni fa, eravamo pochissime donne e i ruoli erano per lo più limitati alla parte operativa, PA, gestione viaggi e logistica, e Hospitality.

Diciassette anni fa, penso di essere stata una delle poche donne incinte che lavorava nel paddock della MotoGP (oltre alle mogli dei piloti).

Adesso le cose sono cambiate molto. Si vedono tante donne ricoprire ruoli diversi: giornaliste, presentatrici tv, ingegneri, Data Analyst e anche meccanici e piloti. La strada è lunga, ma c’è il campionato F1 Academy, dove gareggiano solo donne e, da quest’anno, anche il World WCR, il primo campionato motociclistico mondiale per sole donne. La rappresentazione in questo settore, come negli altri, è importante. Più donne si vedono nei vari ruoli del Motorsport e più donne saranno ispirate a volerci entrare.

Hai mai affrontato sfide specifiche legate al tuo genere, o ad altri aspetti della tua identità, nel corso della tua carriera?

Questa è una delle domande più frequenti che ricevo tutti i giorni dalle tante ragazze che aspirano a lavorare nel Motorsport. E anche da tanti genitori. Chi mi conosce sa che per me è sempre tutto possibile e fattibile. Non ci sono sfide che non si possono affrontare, così come in qualsiasi altro lavoro e nella vita in generale.

Ci sono, però, degli aspetti da considerare, se si vuole lavorare in questo settore.

Nel mondo dello sport e del Motorsport, si lavora nei weekend e spesso quando tutti gli altri sono in vacanza. Si viaggia molto e può essere complicato coniugare la vita personale con quella lavorativa. Soprattutto quando si vuole avere una famiglia e dei figli. Io l’ho vissuto in prima persona. Dopo aver partorito, ho deciso che volevo viaggiare di meno ed essere più a casa con mio figlio. Sono stata fortunata perché ho sempre avuto una struttura e un team che me lo ha permesso.
Per una donna che lavora full time e che deve viaggiare molto, riuscire a conciliare tutto può essere veramente complicato. Avere una struttura di supporto che ti aiuta è fondamentale.

Quali sono le sfide più grandi che il settore sportivo deve affrontare per diventare più inclusivo?

Io sono una grande sostenitrice del merito, al di là di tutto. Nel Motorsport, così come negli altri settori e in qualsiasi lavoro, dovrebbe valere solo la capacità del candidato più che il genere.

Io non mi sono mai posta il problema dell’essere donna in un settore a predominanza maschile. Ho sempre creduto nelle mie capacità e ho sempre rincorso i miei obbiettivi. Non ho mai smesso di imparare, ho sempre investito nella mia formazione professionale per stare al passo con i tempi ed essere una professionista preparata. Le mie capacità e le mie qualità sono il mio asset principale.

L’inclusione deve essere autentica e non imposta. Pensare di essere scelta per soddisfare una quota è svilente.

Quale ruolo giocano il Marketing e la Comunicazione nella rappresentanza di professionisti sportivi, soprattutto nelle loro unicità?

Un ruolo assolutamente centrale. Gli atleti, nel Motorsport e in qualsiasi sport, sono dei professionisti nel loro specifico settore, ma anche Brand Ambassador unici.

Lo sport appassiona tutti, siamo tutti fans e tifosi di qualche disciplina sportiva, dalla F1 al calcio, al tennis, al nuoto. I protagonisti sportivi sono degli idoli per chi li guarda, ammirati in gara e seguiti anche nel personale. Quello che fanno e promuovono può influenzare le scelte dei tifosi, anche negli acquisti. Rappresentano, inoltre, una serie di valori che i brand trasferiscono su loro stessi utilizzandone l’immagine in attività di Marketing e Comunicazione.

Quanto influiscono sponsor e media nel promuovere la Diversity and Inclusion nel Motorsport?

Sponsor e media sono essenziali per promuovere qualsiasi messaggio, comprese inclusività e diversity. Anche in questo caso, gli sponsor che investono e i messaggi che creano devono essere autentici per funzionare e arrivare al pubblico. Il Motorsport, ad esempio, ha tantissime fan donna e ancora troppo spesso non ci sono sponsor che le rappresentino e parlino direttamente a loro.

Molti brand femminili ritengono che il Motorsport sia seguito solo dagli uomini e quindi investono in altri media. Non è così. Le donne guardano lo sport, e guardano il Motorsport. Ci sono milioni di donne in ogni nazione del mondo che seguono F1 e MotoGP e che vorrebbero avere più brand femminili che investono nello sport che seguono. C’è un potenziale enorme per le aziende per parlare con questo target e rappresentarlo maggiormente. D’altra parte, ci sono poi i team che sempre più spesso fanno vedere le loro strutture e raccontano le storie delle tante donne che ci lavorano.

La rappresentazione è fondamentale. Ed è anche per questo che racconto molto della mia esperienza come professionista femminile nel Motorsport. Spero di poter ispirare tante ragazze ad intraprendere questa carriera.
Il Professional Master Motorsport Marketing di 24ORE Business School ha un ruolo fondamentale per me in questo senso. Vogliamo ispirare e formare professionisti seri e competenti da inserire nel Motorsport.


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